Erano i ruggenti, felici, folli, dorati anni Venti: scampata la catastrofe della Prima Guerra Mondiale, chi restava ora guardava avanti, al futuro.
Chi aveva per un soffio evitato la morte ora pensava soltanto a una cosa: pensava alla vita. Pensava, quindi, anche a come vestirsi, perché vestirsi è vivere. Vestirsi è come il mondo anzitutto ci vede, e il fatto stesso che ci veda vuol dire che siamo vivi. E se in molti, essendo vivi, ormai pensavano a come vestirsi, allora doveva esserci anche qualcuno che pensasse a come fare gli abiti con cui vestirsi; qualcuno, cioè, capace di soddisfare questa diffusa domanda di vita su misura.
Erano – è bene ripeterlo – i ruggenti, felici, folli, dorati anni Venti e Alfredo Scuderi stava fra quanti all’epoca i vestiti sapevano farli davvero. Tanto valeva mettere le proprie forbici, i propri aghi e i propri fili al servizio di questa esaltante impresa collettiva di rinnovamento degli armadi. E così opportunamente fece, aprendo un piccolo laboratorio sartoriale a Roma.
Alfredo, però, da sapiente sarto qual era, sapeva che ogni vestito fatalmente racconta chi lo indossa e che è dunque opportuno informarsi con attenzione su cosa il committente voglia che di lui si racconti o si taccia, si sottolinei o si ometta, si mostri o si nasconda. La sartoria è una branca della diplomazia. E così, Alfredo andava direttamente a casa dei propri clienti, ne osservava lo stile, ne raccoglieva le parole, ne studiava gli sguardi, ne interpretava le espressioni, e dentro di sé annotava ogni cosa: è l’istinto del dettaglio, posseduto in egual misura dai sarti e dai detective. Quando un vestito è ottimamente fatto, il dualismo anima/corpo di colpo cade e la persona si infila tutta intera in ciò che indossa, ci si infila anima e corpo, perché nel vestito, grazie al vestito, l’anima si fa corpo e il corpo si fa anima: Alfredo tagliava stoffe per gli angeli.
Come la storia sia proseguita continueremo presto a raccontarlo sulle pagine di questo blog. Qui anticipiamo soltanto quel che tutti già sanno o che altrimenti potranno facilmente immaginare da soli: a partire da quella piccola bottega sartoriale Scuderi, negli anni a seguire, è enormemente cresciuto. Ma la storia, quand’è vera storia, conserva e tramanda ogni istante del passato nel presente, così che nulla va perduto e tutto è in continuità con tutto il resto. Alfredo Scuderi, quest’uomo dal volto saggio e scavato, venerando come un antico pensatore ionico, è ancora qui con noi, guida le nostre forbici e prende le misure, come allora anche oggi, sia al corpo che all’anima dei nostri clienti.